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Cos’è il NCC e come è normato in Italia

Il mondo dei servizi legati al trasporto è estremamente variegato. Tra le principali alternative da considerare rientra il noleggio con conducente. Di cosa si tratta? Come è normato in Italia? Nelle prossime righe di questo articolo, rispondiamo assieme a queste domande.

Cosa è il noleggio con conducente?

Quando si parla di noleggio con conducente – altrimenti noto con la sigla NCC – si inquadra un servizio di trasporto pubblico non di linea. Tra le principali regole da considerare quando lo si nomina, è possibile citare la necessità, a carico degli autisti, di dare il via al servizio all’interno del territorio comunale dove ha sede l’attività. Facciamo però presente che i clienti possono essere caricate da qualunque località italiana o europea.

Come si diventa NCC e quali sono le differenze con i taxisti

Entriamo nel vivo della normativa che regola il mondo NCC in Italia ricordando che, se si ha intenzione di acquisire un’autorizzazione e di avviare questa professione, bisogna considerare come riferimento la Legge 21/1992 e le successive modifiche che hanno interessato questo testo normativo.

A tal proposito, è doverosa una parentesi: questo testo, che consiste tecnicamente in una legge quadro, riguarda anche il mondo dei taxi. Questa professione è ben diversa da quella di chi esercita il lavoro di autista NCC. Ecco i principali punti distintivi:

  • I taxisti, a differenza degli NCC, devono sostare su aree pubbliche specificatamente segnalate
  • I taxisti possono prelevare i clienti solo dal territorio comunale in cui ha sede la compagnia di riferimento
  • I taxisti possono lavorare tenendo conto di turni prestabiliti. Nel caso in cui dovessero uscire dai suddetti limiti orari, concretizzerebbero un esercizio abusivo della professione

Un altro aspetto da sottolineare quando si parla di differenze tra NCC e taxisti riguarda il fatto che, nel primo caso, si ha a che fare con un accordo tra fornitore e utente finale, a seguito del quale vengono definiti dettagli come il prezzo della corsa – gli autisti NCC devono rispondere a prezzi di mercato e non a tariffari di categoria – il tragitto e i tempi. A livello giuridico, il rapporto tra l’autista e il suo cliente può essere definito come un accordo in forma privata.

Dopo questa parentesi, vediamo assieme qualche informazione relativa a come diventare NCC in Italia. La prima cosa da considerare è la necessità di possedere i seguenti prerequisiti:

  • Possesso della patente B da almeno tre anni
  • Età uguale o superiore a 21c anni
  • Possesso del Certificato di Abilitazione Professionale
  • Iscrizione all’elenco dei Conducenti di Servizi Pubblici non di Linea
  • Assenza di pendenze penali

A questo punto, viene da chiedersi come ottenere il certificato citato nel terzo punto dell’elenco. Conosciuto anche con la sigla KB, prevede, da parte dell’aspirante NCC, il superamento di un esame orale o scritto da sostenersi presso la motorizzazione civile.

Per quanto riguarda lo scritto, facciamo presente che prevede 20 domande incentrate su due argomenti in particolare, ossia il funzionamento del veicolo e il codice della strada. Attraverso l’esame scritto per NCC, il candidato mette alla prova le sue conoscenze in merito alla normativa relativa ai trasporti.

Dopo aver superato il sopra citato esame, per ottenere l’autorizzazione è necessaria anche la frequenza di un apposito percorso formativo che si conclude con due ulteriori prove -una scritta e una orale – sulla toponomastica cittadina. Per ottenere il KB e per superare tutte le prove successive, si spendono circa 900 euro. Quando si parla delle autorizzazioni NCC, è doveroso ricordare che sono a numero chiuso e che vengono rilasciate dai Comuni sulla base del numero degli abitanti del centro urbano.

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