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Conto corrente: è possibile difendersi dall’aumento dei costi?

Nel mondo bancario e, più in generale, del risparmio, uno strumento col quale tutti, perlomeno una volta nella vita, avranno a che fare, è sicuramente il conto corrente. Da molti ritenuto di scarsa importanza, esso, invece, rappresenta uno straordinario mezzo grazie al quale accedere ad una serie infinita di comfort, impensabili sono pochi decenni fa.

Basti pensare, ad esempio, alla possibilità di ottenere un Bancomat, strumento oggi indispensabile per poter disporre del denaro 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, ritirandolo in contanti o utilizzandolo direttamente presso gli esercenti dotati di apparecchiature POS.

La rivoluzione dei conti correnti online: benefici per tutti

Nonostante abbia visto la luce in una data non recente, il conto corrente è ancora, a tutti gli effetti, il più importante prodotto bancario: di fatto, è impossibile farne a meno anche alle soglie del terzo decennio, quello dell’era digitale e dell’utilizzo sfrenato della tecnologia in ogni ambito. Ed è proprio quest’ultima, semmai, ad averne modificato significativamente la fisionomia.

A cavallo fra il vecchio e nuovo millennio, infatti, i risparmiatori hanno visto ampliarsi notevolmente le possibilità di accedervi grazie al Web: la grande fruizione della rete telematica ha rappresentato una vera e propria rivoluzione, dando modo agli utenti di poter aprire un conto corrente direttamente dal proprio personal computer. Non tutti i conti correnti online, però, sono uguali: per scegliere quello maggiormente adatto alle proprie esigenze, è utile consultare quest’articolo su guidaconsumatore in grado di ben esplicare pregi e difetti di questi prodotti.

Una rivoluzione, quella dell’online, che ha portato innegabili benefici economici anche ai clienti dello sportello bancario: per non perdere una fetta consistente dei propri clienti, gli istituti di credito sono stati costretti, loro malgrado, a rivedere al ribasso il listino prezzi, che nell’arco di pochi anni è sensibilmente diminuito.

Una tendenza, però, che si è totalmente esaurita negli ultimi anni, contraddistinti da un sorprendente aumento dei costi che non ha certo riscontrato il gradimento dell’utenza bancaria. Un incremento talvolta vertiginoso: in alcuni casi, l’aumento registrato è stato del 200% nell’arco di soli 24/36 mesi. Non deve stupire, di conseguenza, il numero sempre maggiore di persone che chiudono i tradizionali conti correnti e optano per quelli online, certamente meno onerosi.

BCE e Atlante le cause principali dell’aumento delle spese

Fra le cause scatenanti di questi aumenti, un ruolo principale lo gioca, di certo, l’accomodante politica monetaria della Banca Centrale Europea. L’istituto presieduto (ancora per poco) da Mario Draghi, da diversi anni ha azzerato i tassi ufficiali – negativi quelli a breve termine – col chiaro intento di rilanciare la zoppicante economia europea e raggiungere, conseguentemente, il tanto agognato tasso del 2% di crescita inflazionistica. Obiettivi, però, fin qui non raggiunti.

Anzi, le previsioni di una probabile recessione nel prossimo trimestre dell’economia tedesca, leader indiscussa nonché volano di tutta l’area €uro, porteranno ad un ulteriore prosieguo di questa strategia, che potrebbe perdurare ancora per diversi anni.

I tassi negativi a breve termine rappresentano, per le banche, un costo sulla raccolta a vista, ovvero conti correnti e depositi a risparmio: non è casuale, di conseguenza, che alcune banche europee applichino maggiori costi a chi detiene un’elevata somma su questi strumenti.

Le scelte di politica monetaria della BCE, però, non sono l’unica “causa” dell’aumento dei costi dei conti. Un altro fattore scatenante è rappresentato dall’utilizzo frequente di “Atlante”, fondo interbancario creato dagli istituti di credito nostrani per salvaguardare l’intero sistema bancario nazionale.

La sua fruizione, infatti, è prevista nel caso in cui qualche istituto fosse in grande difficoltà o dichiarasse default, eventi ai quali, purtroppo, abbiamo insistito frequentemente negli ultimi tre anni. I costi sostenuti per l’utilizzo di Atlante, di conseguenza, sono finiti direttamente nelle spese di gestione dei conti correnti degli istituti più solidi, dove, non a caso, si registra un maggior deflusso di clientela.

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