Il mondo delle automotive sta cambiando. Un mix di tecnologia ed innovazione che l’Europa sembra volere senza scrupoli. L’Italia dovrà farsi trovare pronta ad adottare delle misure drastiche per adeguarsi ai tempi odierni, dove prevale più l’elettrico che i motori termici.
Tesla ad esempio, è tra le prime a voler rivoluzionare il settore delle automotive con veicoli a propulsione elettrica e guida autonoma. Di recente l’Unione Europea ha emesso una sentenza in cui spiega che dal 2035 in tutto il territorio europeo, le concessionarie potranno vendere soltanto motori a carburanti semplici (e–fuel) e motori elettrici (a idrogeni e a batteria).
La lotta ai nuovi motori e alle nuove tecnologie divide l’Europa in due. Da una parte la Germania (che ha vinto la battaglia), che ha proposto di lasciare sul mercato anche i motori e–fuel, praticamente quelli utilizzati in tutte le auto da corsa e sportive.
Ne possono andar fieri i brand più sportivi e forti come Ferrari, Lamborghini, Maserati e Porsche.
A tal proposito, Porsche è sicuramente uno dei più famosi marchi di lusso esistenti. Si tratta di un brand sempre al passo con i tempi, sia dal punto di vista tecnologico che di design. Per questo motivo vi consigliamo di rimanere sempre aggiornati sulle opportunità di noleggio di questi fantastici veicoli.
Ad uscirne perdente invece, è l’Italia stessa, che non essendo d’accordo – o almeno in così poco tempo – a vietare la vendita di tutti i motori a combustione interna, ha tentato di proporre a far introdurre i veicoli aventi i motori biocarburanti.
Va detto che le automobili aventi motori a benzina, gasolio, GPL ed infine metano, potranno continuare a circolare anche dopo il 2035 – salvo eccezioni e nuove normative – ma il limite sarà destinato alle concessionarie (sia offline che online), che non potranno più venderne di nuove.
Al di là dei nuovi BAN dell’UE che saranno validi a partire dal 2035, non possiamo far altro che dire che tale periodo sarà esclusivamente simbolico. Questo perché i brand automobilisti, sono già pronti e stanno lavorando da tempo, a non produrre più veicoli a motori termici ma soltanto elettrici e ibridi.
Elettrificazione a parte, anche i motori e-fuel rappresentano una innovazione. Si tratta di motori che non inquinano, infatti le emissioni sono pari a zero. Questo è dovuto alla combinazione chimica dell’anidride carbonica con l’idrogeno.
Per spiegare meglio il concetto: l’idrogeno viene ricavato per elettrolisi dall’acqua, e per dar vita a questa trasformazione è importante che vi sia molta acqua ed energia elettrica. L’elettricità deve poi provenire da energia rinnovabile, ad esempio da quella geotermica, eolica, idrica, solare, oppure dalle maree, in modo tale che i carburanti sintetici non rilascino emissioni di CO2.
Ma non è tutto, perché nella 2° fase del processo l’idrogeno viene combinato alla CO2 che è stata estratta dall’aria e poi contenuta in un catalizzatore ad altissima pressione.
Successivamente la CO2 viene trasformata in un vettore energetico liquido: l’e-fuel, nonché metanolo sintetico, dovrà esser convertito in altri processi di raffinazione quali e-diesel, e-benzina, e-kerosene e e-gas.
Dunque per produrre e-fuel è necessario prelevare anidride carbonica dall’atmosfera, e quando vengono usati i motori a combustione interna, quest’ultima emette la stessa quantità di CO2 che si verifica quando si crea il carburante sintetico. Da qui nasce il concetto di neutralità carbonica.
Sugli e-fuel c’è un mondo a parte. Se è pur vero che le aziende automobilistiche stanno preparando a produrre prototipi con motori altamente innovativi, allo stesso tempo i dilemmi sono parecchi. Uno dei tanti è legato al costo, quanto dovremmo spendere al litro?
Il parlamento tedesco Bundestag, ha stimato che per produrre carburante sintetico la spesa ammonterà a circa 1€ al litro. Dunque per l’ADAC, associazione tedesca nata nel 1903 fondata e specializzata nel settore delle automotive, ci vorranno almeno 2,84€ al litro per campare i motori e–fuel.
Se oggi gli aumenti della benzina e del diesel ci sembrano cari, mantenere un’auto e-fuel ci costerà almeno il doppio. Queste sono attualmente soltanto delle stime, ma una cosa è certa: l’ecosostenibilità costa, e l’Europa non torna indietro.
Se ricordate bene agli inizi abbiamo discusso di come l’Italia avrebbe sostenuto la tesi di vendere veicoli a motori biocarburanti anche dopo il 2035 (proposta bocciata, a dire il vero neanche considerata dall’UE). Ma cosa sono? E in che modo si differenziano dagli e-fuel?
I biocarburanti sono carburanti generati dalle biomasse, nonché scarti di materia organica prodotta da piante o animali. Questi scarti non sono altro che rifiuti organici urbani, che fanno parte dell’industria di oli, grassi, agroalimentare e forestale.
Nonostante questi scarti siano essenzialmente biodiesel e bioetanolo, rientrano tra i mezzi “green”, solo perché producono la stessa anidride carbonica inclusa nella biomassa iniziale, che però, non hanno zero emissioni alla marmitta.
Ed è proprio per questo motivo che l’Europa non li considera nemmeno, perché sarebbe una scelta fuorviante, dato che – seppur in maniera ridotta – continuerebbero ad inquinare le nostre città.
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